In questi giorni si parla spesso di metterci la faccia e perdere la faccia, e anche di facce di bronzo, tolla (il termine milanese per “latta”) e altri materiali. Vi propongo una serie di suggestioni, tutte sul tema. A voi il piacere di rimescolarle in un’interpretazione creativa.
Dunque: il nostro cervello è attrezzato per riconoscere automaticamente una faccia, perfino quando non c’è. Insegnare al computer a riconoscere facce è una delle nuove frontiere della tecnologia, e ci si sta arrivando. Sul modo in cui cambia una faccia negli anni la fotografa Irina Werning ha realizzato il sorprendente progetto Back to the future.
Coi caratteri (typafaces) si possono stampare facce (type faces). Le espressioni facciali trasmettono emozioni: il primo a occuparsene è stato Charles Darwin, e se volete verificare la vostra capacità di riconoscere le espressioni, eccovi un test.
Se sentite il bisogno di orientarvi meglio, vi soccorre questa bella infografica che mappa le emozioni. Che faccia fare è il titolo di un libro di Lella Costa: una consistente anteprima è su GoogleBooks.
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